Gestire i commenti negativi - intervista al coach Paola Ricca - SocialWebMax

Come gestire i commenti negativi sui Social?

Abbiamo incontrato Paola Ricca, coach certificato ed ideatrice di Free Nauta, chiedendole qualche trucco del mestiere.

Davanti ad un ottimo caffè, non solo ci ha dato preziose indicazioni, ma ha messo a disposizione dei nostri lettori uno speciale webinar gratuito nel quale approfondire l’argomento!

Buona lettura 🙂

 

Si sente tanto parlare di Coaching, …come ideatrice del FreeNauta’s Coaching, ci puoi dire in due parole cosa fa un Coach?

Bella domanda! Sai essere un buon Coach solo quando riesci a spiegare cosa fai in 30 secondi … Vediamo se ci riesco.
Il mio lavoro è aiutarti ad avere successo usando quelli che altri chiamano difetti, e che invece per me sono “SUPER -DIFETTI”, ossia caratteristiche che ti appartengono e che sono da coltivare il più possibile per farti raggiungere i tuoi obiettivi in modo spontaneo e senza forzature (proprio come un “ FreeNauta”, un uomo che naviga libero ).

 

logo freenauta - SocialWebMax

 

Sembra interessante, dicci allora: cosa ci possiamo aspettare da un FreeNauta’s Coach?

Pensa per un attimo a quante ora lavori all’anno. E in tutta la vita? Ti sei mai accorto che ne sprechi tantissime a cercare di essere diverso da come sei intimamente, al fine di avere successo e raggiungere i tuoi obiettivi?
Ad esempio, se hai un capo sono certa che investi molto tempo per colmare quelle che secondo lui sono le tue aree di debolezza. Se invece sei autonomo “sudi” tutti i giorni per imparare a comportarti in modi che non ti vengono spontanei ma che hai visto usare dai tuoi concorrenti, o sbaglio?

Ecco, il punto è che tutte queste energie sono sprecate e cercare di cambiarsi non funziona e non funzionerà mai.

Lo dico sulla base di 17 anni di esperienza come manager in 4 grandi multinazionali (ho avuto il buon risultato di diventare Direttore a 36 anni 🙂 ), oltre che come Coach.
Quindi il mio lavoro è restituirti tutto quel tempo prezioso. Per farlo voglio che tutti i migliori concetti di Coaching ti arrivino in modo immediato e, soprattutto, ti rimangano in mente a lungo (o per sempre).
Per questo non ti propongo della teoria, ma lavoro solo con immagini e metafore. Se mi segui puoi diventare Coach di te stesso usando il colpo d’occhio.
Infatti, dato che ogni “SUPER-DIFETTO” è legato ad altri in una sorprendente rete di connessioni segrete, ho creato delle #MappeMentali che ti aiutano a orientarti… sono una selezione di immagini e metafore che ti faranno ricordare tutti i contenuti a lungo.

 

La tua è una community, che rapporto hai con i Social Network nel lavoro e nella vita privata?

Nel lavoro ne subisco un grande fascino perché mi diverte sapere in ogni momento come le persone reagiscono a ciò che faccio (anche se a volte è dura!) nella vita personale sono più parsimoniosa (passerei la giornata sui social dedicati alle immagini, ma mi trattengo).

 

Avere un’identità Social significa aprirsi agli altri e dover interagire con un’ampia varietà di reazioni e commenti generati da molteplici caratteri. Tu come ti poni nei confronti del tuo “seguito”?

Beh la mia opinione è che il mio seguito, criticandomi o non considerandomi, mi fa un grande servizio, mi evita di perdere tempo, quindi mi pongo in modo ricettivo e aperto a tutto ciò che il pubblico mi dice, anche quando non sono esattamente belle notizie (non tutti i giorni ci riesco, comunque l’idea è quella).

Gestire-i-commenti-negativi-intervista-al-coach-Paola-Ricca-content-SocialWebMax

Sempre più spesso capita di leggere commenti negativi sui Social o sui portali di recensioni.

 

Veniamo al punto: può capitare di ricevere commenti negativi, esiste una ricetta per gestirli al meglio?

Ebbene sì, ho una ricetta segreta ed è anche molto potente. E’ una breve visualizzazione che tutti possono usare subito. Quando ricevo un commento di qualsiasi tipo, me lo immagino impacchettato come un regalo. Dedicato a me e alla mia crescita. Prima di ‘aprirlo’ mi soffermo qualche istante a immaginare i vantaggi che potrò avere per il mio progetto se riuscirò a considerare il commento come un regalo, a prescindere dal contenuto. Mi aiuta ad evitare di dare delle rispostacce! Scherzo… comunque credo davvero sia importante capire che spesso ci sono migliori indicazioni per il nostro business in un commento negativo (o in una assenza di reazione, che è essa stessa un commento) che non in una sere di ‘Mi Piace’ acritici o superficiali.

 

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Quanto pensi possa incidere, in termini di immagine, la capacità da parte di un’azienda o di un professionista di gestire i commenti negativi o le aggressioni sui Social?

Da un punto di vista del Coaching,

“la capacità di reagire in modo efficace a un commento negativo è una abilità fondante.”

Significa che è una capacità che mette in campo così tante abilità elementari (distinzione tra fatti e opinioni, resilienza, ascolto attivo, consapevolezza, responsabilità, paradosso dell’eccellenza) che si può dire che chi sa gestire bene i commenti è (in termini potenziali) un talento innato del self-coaching.
In pratica se riesci a gestire bene un commento negativo puoi fare qualsiasi altra cosa. La cosa interessante è che tutto questo si può insegnare… e il bello è che basta visualizzare poche immagini.

 

Cosa intendi dire con “bastano poche immagini”, vuoi dire che non fai teoria… non ci credo! Cosa proponi per approfondire l’argomento?

Il mio lavoro si svolge on line e il mio intento è fare formazione su questi temi rendendoli accessibili a tutti attraverso la sola forza delle immagini.
Invito chiunque voglia imparare a trarre il massimo dai commenti negativi, al mio webinar gratuito dimostrativo “Non So Difendermi da una Critica_Super Difetto #2″ il 26 Novembre  alle 21.

 

Ecco una piccola anteprima:

 

Il webinar è ormai passato, ma il Coach Paola Ricca ci ha offerto la possibilità di concedere uno sconto speciale su corsi, webinar, consulenze a coloro che provengono dal nostro sito.

Invia una richiesta di informazioni a info@freenauta.it e comunica il codice SWM16SC che ti darà diritto ad uno sconto speciale!

Ringraziamo molto il Coach Paola Ricca per i suggerimenti e la straordinaria opportunità offerta ai nostri lettori.

Come creare landing page e lead page efficaci 01- SocialWebMax

Tra gli strumenti promozionali messi oggi a disposizione dalla rete, landing pages e lead pages sono probabilmente quelli in grado di ottenere i risultati migliori. L’efficacia dipende essenzialmente da come vengono create, promosse ed utilizzate queste pagine. In questo articolo cercheremo di analizzare alcuni aspetti che riteniamo fondamentali per delle campagne ottimizzate con landing page o lead page.

Landing page o lead page.

Prima di distinguere i due strumenti, partiamo dagli aspetti simili.

Entrambe le pagine sono:

  • semplici ed immediate nei contenuti testuali e visivi (immagini o video),
  • indipendenti dal sito della persona o società a cui fanno riferimento,
  • complete di tutte le informazioni necessarie a produrre il risultato voluto,
  • fruibili da qualsiasi dispositivo fisso o mobile,
  • dotate di una ed una sola “call to action senza altra via d’uscita,
  • pensate e disegnate per piacere al target cui si rivolgono

Lo scopo di entrambe è dunque quello di attirare l’interesse di un target predefinito, fornire ad esso le informazioni essenziali sull’offerta, il prodotto o servizio oggetto della campagna e produrre un’azione da parte dell’utente.

La landing page è una pagina su cui far “atterrare” un visitatore potenzialmente interessato per comunicargli qualcosa di preciso, generalmente un’offerta od un servizio, mirando ad ottenere dall’utente l’acquisto di quanto presentato.

La lead page, pur essendo sempre una pagina su cui far arrivare il visitatore che rientra nel target di interesse, mira ad ottenere da quest’ultimo la volontaria compilazione di un modulo con i propri dati di contatto e/o profilazione personale.

 

Come creare landing page e lead page efficaci 02- SocialWebMax

 

Scopo finale di entrambe le pagine è quello di creare una “conversione”, così viene definita l’azione che l’utente compie acquistando o lasciando i propri dati.

Va da sé che landing page e lead page non potranno essere semplici pagine all’interno del sito, magari con il menu di navigazione in alto o altri link cliccabili, perché altrimenti il visitatore sarebbe distratto e magari, anche solo per curiosità, portato altrove senza prima aver completato l’azione che vogliamo compia.

Allo stesso modo, landing page e lead page non devono poter essere raggiunte mediante il menu del nostro sito ma solo attraverso il link diretto che metteremo negli annunci promozionali, questo per rendere il messaggio “prezioso” e non per tutti, oltre a consentirci di monitorare in maniera efficace i risultati della campagna ed ottenere, al termine, dei reali dati statistici di costo/click e costo/conversione.

 

Come si crea una landing page efficace?

Come si crea una landing page efficace - SocialWebMax

 

Analizziamo quello che vorremmo offrire con la landing page: è interessante, è conveniente, è raro, è utile?

Quali sono i reali vantaggi che mettiamo in campo e qual è il pubblico al quale potrebbero interessare?

Immaginiamo di aprire un nuovo ristorante e di volerci far conoscere.
Creare una pagina per offrire la prenotazione gratuita del tavolo sarebbe produttivo? Tutti sanno già che la prenotazione del tavolo è sempre gratuita e, per un nuovo ristorante, probabilmente nemmeno necessaria, quindi rischieremmo di non ottenere alcuna “conversione” o peggio, di proiettare un’immagine tutt’altro che positiva negli utenti che visualizzeranno le nostre inserzioni.

Potremmo pensare di offrire una cena di pesce completa a soli 20€ a persona, contro un prezzo che sarebbe invece di 40€.

Si tratta indubbiamente di un’offerta vantaggiosa che deve essere comunicata però ad un pubblico ben preciso: tutti coloro che, per quella cena, pagherebbero anche 40€.

Non bisogna infatti mai perdere di vista l’obiettivo iniziale che è farci conoscere, il che significa raggiungere il target di persone che potranno poi tornare nel nostro ristorante, altrimenti avremo solo saziato di pesce alcuni felici fortunati che non rivedremo mai più.

Oltre al prezzo, cosa potrebbe ad esempio colpire quindi l’attenzione del nostro target?

  • l’ambiente raffinato
  • il pesce freschissimo con arrivi giornalieri
  • le ricette particolari e nuove
  • la carta dei vini
  • parcheggio, sale private, musica o altri dettagli di interesse
  • la durata limitata, i giorni dell’offerta e lo scopo della promozione
  • il menu dell’offerta

E’ indispensabile focalizzare il messaggio sui vantaggi dell’offerta in maniera chiara e completa e contemporaneamente mettere a proprio agio il potenziale cliente che saprà di trovarsi poi in un ambiente adeguato, dato che la cena fuori deve essere un’esperienza, altrimenti ci si sta solo nutrendo (solitamente i ristoranti in cui si cena con 20€ o con 40€ hanno caratteristiche molto diverse).

La cena fuori deve essere unesperienza - SocialWebMax

 

La pagina dovrà quindi contenere un breve testo introduttivo, nel quale si descrive il nuovo ristorante, il tipo di cucina, i vini e l’ambiente.

Una o più immagini d’effetto dei piatti e dell’ambiente sotto forma di slide, evitando di incolonnare decine di immagini che farebbero scappare chiunque con un crampo al pollice.

Lo slide occupa lo spazio verticale di una immagine ma lascia all’utente la libertà di scegliere quante immagini guardare, mettere le foto in colonna costringe a guardarle tutte per poter finalmente arrivare al testo ed all’offerta con un forte rischio di abbandono.

Poi un elenco sintetico e snello dei vantaggi dell’offerta seguito o, meglio ancora, affiancato dalla “call to action”, sotto forma di bottone con scritto in maniera chiara “acquista” o “compra”.

E’ importante che tutto sia fluido e conseguenziale: vedo la promozione su un sito o social (ne parleremo in un altro post) —-> clicco e mi si apre la landing page —-> ricevo rapide informazioni testuali e visive sull’offerta e sul fornitore —-> leggo i vantaggi di ciò che mi si offre —-> decido di acquistare e clicco.

 

sequenza landing page - SocialWebMax

 

Null’altro deve frapporsi, nessun altro link esterno (per esempio al sito del ristorante o agli account social che comunicheremo dopo), le azioni devono fluire verticalmente in una sequenza logica semplice e diretta.

 

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Dopo che l’utente avrà cliccato, compiendo l’unica azione possibile, dovrà essere reindirizzato ad un’altra pagina, ancor più semplice della precedente, nella quale si dovrà soltanto procedere all’inserimento dei propri dati ed al pagamento.

È indispensabile che il cliente possa pagare subito, quindi devono esserci le opzioni “carta di credito” e “Paypal”.

Terminato il pagamento, si aprirà una pagina di ringraziamento (c.d. “thank you page”) e si invierà una mail al cliente, entrambe contenenti la ricevuta ed il codice da presentare la sera della cena, le indicazioni stradali, i contatti (sito, telefono, social, ecc.).

thank you page - SocialWebMax

Come si crea una lead page efficace?

Abbiamo detto che lo scopo della lead page deve essere quello di portare l’utente a lasciare volontariamente i propri dati per gli scopi che avremo comunicato.

Perché una persona dovrebbe lasciare la propria email o altro su una pagina?

La lead page dovrà contenere in maniera chiara un vantaggio tangibile ed evidente a cui si può accedere soltanto dopo aver lasciato il proprio recapito. Si tratta palesemente di uno scambio, un do ut des (o, come dicono gli anglosassoni, un WIN-WIN) in cui entrambe le parti ottengono ciò che vogliono, semre che la lead page sia strutturata in modo corretto.

La landing page crea i presupposti per un’azione di acquisto immediata, la lead page deve produrre un database di contatti che potranno acquistare nel tempo.

Considerato che chiunque acquisti mediante una landing page è obbligato a lasciare i propri dati, a fronte di un prodotto o servizio che ha concretamente davanti a sé, appare evidente come la lead page debba contenere qualcosa di sufficientemente vantaggioso od interessante tale da creare la conversione.

Anche in questo caso dobbiamo mettere a fuoco il nostro target e confezionare un’offerta su misura per esso.

Immaginiamo un concessionario di auto che vuole aumentare le vendite di un determinato modello.

E’ evidente che una landing page sarebbe inadatta, riteniamo realisticamente improbabile che qualcuno possa acquistare un’auto in questo modo.

L’autosalone potrebbe organizzare un weekend di test drive offrendo, solo agli utenti registrati, la prova gratuita di alcuni modelli di auto, magari con un piccolo rinfresco o gadget alla fine.

Si dovrà creare quindi una lead page per promuovere l’evento, ricevere le prenotazioni e, contemporaneamente, creare un database di potenziali acquirenti.

Individuato il target di riferimento andremo ad analizzare i vantaggi per l’utente (prova riservata agli utenti registrati, mostra di tutti gli allestimenti disponibili, possibilità di scegliere giorno ed ora evitando l’attesa, un consulente a disposizione per ogni informazione, rinfresco o gadget),

La struttura della pagina sarà semplice e di facile lettura:

  • logo del concessionario o, meglio, dell’iniziativa
  • elenco dei vantaggi
  • campi per l’inserimento dei dati sensibili
  • tasto “prenota”

Esempio di Lead page efficace - SocialWebMax

 

Come si vede, non servirà alcun passaggio successivo perché la lead page conterrà già ogni singolo elemento per portare il visitatore alla conversione.

Una volta compilati i campi obbligatori ed inviati i dati (premendo il bottone “prenota”), l’utente visualizzerà una “thank you page” e riceverà una email nelle quali verrà ringraziato per la prenotazione effettuata, ne vedrà riassunti tutti i dettagli, oltre ad i recapiti completi del concessionario.

Al termine della campagna, avremo una serie di contatti estremamente profilati che potremo poi tramutare in acquirenti in sede di prova o ricontattare successivamente, magari per comunicare che il prezzo dell’auto è sceso o che sono arrivati nuovi modelli od invitarli ad altri eventi.

 

Landing page e lead page: conclusioni.

Abbiamo visto come landing page e lead page siano strumenti efficaci e potenti per effettuare del marketing diretto e mirato con scopi diversi.

Vogliamo ora sottolineare che, come spesso accade in rete e nel marketing in generale, è indispensabile un lavoro di preparazione, analisi e creazione dei contenuti attento e professionale, solo così si garantirà all’utente un’esperienza semplice e soddisfacente ed al fornitore il migliore risultato in termini di ROI (ritorno dell’investimento) e di immagine.

Google ha raggiunto la leadership tra i motori di ricerca grazie ad un algoritmo complesso e pressoché perfetto che si presenta però all’utente con un layout semplice ed intuitivo.

Nei prossimi articoli vedremo come e dove promuovere le nostre landing page e lead page per raggiungere il nostro target, massimizzando così gli investimenti pubblicitari.

 

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Per le immagini si ringraziano: Jordi Cucurull, Pixabay, Canva,

Massimo Melica, l'avvocato della rete #SMWRME - SocialWebMax

Ecco un estratto dell’intervento dell’Avvocato Massimo Melica (Studio Legale Melica Scandelin & partners) alla conferenza “I Social per il mondo dei professionisti” dello scorso 12 Giugno, nel corso della Social Media Week Rome #SMWRME.

Melica ha iniziato raccontando di aver avuto un approccio con internet fin dai suoi albori, per passione e per colmare un vuoto. Così, in breve tempo, si è trovato come l’orbo nel paese dei ciechi, sindaco!

Ora si occupa in larga scala di diritto applicato alle nuove tecnologie, alla rete, alle app, all’e-commerce, con una specializzazione particolare in web reputation.

Per le grandi aziende, la comunicazione online non serve a nulla.

Ha detto Massimo Melica, un’affermazione forte che approfondiremo più avanti.

Internet è come l’oceano, tutti lo usano a proprio piacimento.

Melica ha poi sottolineato che “bisogna smettere di pensare che la rete possa arricchire chiunque, internet è per tutti ma non tutti sono per internet.

“Essere famosi su Facebook è come essere ricchi a Monopoli.”

Un paio di giorni prima aveva sollevato un notevole polverone l’affermazione di Umberto Eco, secondo il quale i Social “danno diritto di parola a legioni di imbecilli… che oggi hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel“, a questo riguardo l’avvocato Massimo Melica si è detto decisamente concorde, arrivando a derubricare la frase incriminata alla voce “innegabile ovvietà“.

Ci sono troppe aspettative da un mondo che è spesso fuffa.

Il suggerimento riguardo l’attività online è quello di prestare attenzione ai modi ed ai contesti; divertente l’aneddoto di una comunità che iniziò a fare catechesi su Second Life ma, badando soltanto alla densità di pubblico ed ignara completamente del contesto, era finita in un’isola popolata esclusivamente da attività pornografiche finendo per essere ricoperta di insulti.

Onde forse evitare inconvenienti derivanti dall’incompetenza altrui, Massimo Melica ha affermato di gestire in prima persona la presenza social dello studio.

 

Tornando poi al suo lavoro, Melica ha raccontato di aver visto in procedimenti giudiziari qualunque cosa sia in rete.

Non sappiamo che piega prenderà internet nei prossimi anni.

 

A conclusione del suo intervento, l’avvocato Melica ha spiegato la sua recente teoria dell’algoritmo AEM.

AEM è acronimo di Autorevolezza, Etica e Morale e l’esempio più adatto a dimostrare l’algoritmo è Gianni Morandi che, semplicemente essendo se stesso, pubblicando ciò che è, ha creato una community popolata prevalentemente da persone che non fanno parte del suo abituale pubblico“.

Massimo Melica avvocato della rete - Gianni Morandi algoritmo AEM - SocialWebMax

Un selfie di Gianni Morandi, pubblicato sulla sua pagina Facebook.

“Ognuno si immedesima nelle sue azioni che sono semplici.”

  • Autorevolezza: avere il coraggio di essere se stessi, anche contro corrente.
  • Etica: non dovere niente a nessuno.
  • Morale: la propria, sincera, onesta.

Massimo Melica ha concluso con una metafora ed una domanda chiave:

“Internet etico e pulito serve a tutti, se il lago è inquinato non si tuffa più nessuno.”

“Internet è il pericolo o è in pericolo Internet?”

 

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A conclusione della conferenza, abbiamo approfittato della sua disponibilità per rivolgergli qualche domanda:

D. Hai appena detto che ritieni inutile la comunicazione online per le grandi aziende. Potresti spiegarti meglio?

Le aziende che investono in pubblicità sui social network hanno bisogno di ambienti qualitativi in relazione agli utenti. Occorre che migliori la qualità dei contenuti e di conseguenza il livello di partecipazione dei consumatori, se ci si limita ad aggregare numeri e non risposte attive gli investitori sono destinati a rinunciare alla comunicazione digitale.
(approfondimento http://www.massimomelica.net/facebook-senza-chiarezza-merita-investimento-pubblicitario/)

 

D. L’affermazione di Umberto Eco “i social hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli” ha scatenato un acceso dibattito. La tua opinione a riguardo sembra sostanzialmente allineata. Il passaggio da fruizione passiva dei contenuti (vecchi media) e produzione di propri contenuti (grazie soprattutto all’internet mobile) ha dunque rimosso qualunque filtro? Per chi si occupa di marketing, questo è un vantaggio?

Gli imbecilli digitali sono al pari dei troll e dei fake un danno, essi creano distrazione attraverso un rumore di sottofondo che danneggia sia la Rete sotto il profilo culturale sia le aziende e consumatori nel loro dialogo sul mercato.
(Approfondimento http://www.massimomelica.net/chi-difende-gli-imbecilli-digitali-difende-il-proprio-pubblico/)

 

D. Credi sia ancora utile per un professionista avere una presenza Social, partendo oggi da zero?

Sviluppare e curare la propria identità digitale è sempre un elemento positivo, tuttavia occorre analizzare bene i risultati che si intendono raggiungere anche in base al potenziale bacino di clientela che si vuol fidelizzare. Un social plan mirato alle potenzialità e alle competenze del professionista è indispensabile prima di costruire la propria presenza on line.

 

D. Il tuo algoritmo AEM è un’ottima sintesi della ricetta necessaria per ottenere successo online, l’esempio di Gianni Morandi, di cui hai parlato, è probabilmente il più efficace. Non bisogna tuttavia dimenticare che era Gianni Morandi anche prima di approdare sui Social, quali speranze ha un illustre sconosciuto di ottenere coinvolgimento, fidelizzando il proprio pubblico?

Lo studio della comunicazione di Gianni Morandi è un caso di accademico, infatti è vero che è era già conosciuto da parte del pubblico, tuttavia è riuscito a conquistare la simpatia e la stima di un pubblico molto giovane che probabilmente non acquisterà mai un suo disco o un biglietto per il suo concerto ma che lo accredita e lo supporta per qualsiasi altra attività. Teniamo sempre a mente che la comunicazione digitale non solo può essere finalizzata per scopi commerciali ma anche per soddisfazione personale e il caso Morandi è una meta condivisa.”
(Approfondimento http://www.massimomelica.net/lalgoritmo-aem-di-gianni-morandi-la-comunicazione-digitale/)

Ringraziamo molto l’avvocato Massimo Melica per la sua disponibilità e cortesia, di seguito il suo intervento alla Social Media Week Rome.

I Social per il mondo dei professionisti #SMWRME - SocialWebMax

In un mondo sempre più connesso, popolato da internauti abituati a porre domande al “motore unico di ricerca” o al “social di riferimento“, come possono inserirsi i professionisti e con quale finalità?

Nel corso della Social Media Week Rome, hanno portato la propria esperienza alcuni pionieri del connubio tra rete e professionalità: Andrea Panato (Studio Panato Commercialista), Stefano Martello (FERPI, Comunicare le Professioni) e Massimo Melica (Studio Legale Melica, Scandelin & Partners).

 

Il primo a prendere la parola è stato Andrea Panato che ha immediatamente chiarito il suo approccio al mondo Social:

Il primo uso che va fatto dei social è ascoltare.

Ha proseguito spiegando che quando si ha una credibilità online è possibile il confronto con chiunque, anche con i propri clienti.

L’obiettivo finale del nostro lavoro è che il cliente sia soddisfatto, con i social è possibile sperimentare e cercare punti di incontro.

Panato ha suggerito di iniziare appunto con l’ascolto per capire se lo studio è una realtà interessante, verificare la propria immagine, costruire un percorso professionale.

Esiste un problema di sovrapposizione tra persona e professionista, ha proseguito il commercialista, ma

funzionano sul web le persone, non le aziende.

I professionisti in questo hanno un vantaggio e devono imparare a sfruttarlo, anche perché con i Social si è assistito ad un ritorno al passato con il passaparola, ed alla deontologia professionale per come è nata.

Panato ha dichiarato che qualche lavoro dai Social è arrivato, con un discreto ritorno per lo Studio. “Un bilancio quindi positivo anche se – ha ammesso – le grandi città offrono un bacino di maggiore mobilità e connettività, in provincia è decisamente più complicato.”

Importante la precisazione successiva:

Se cerchi nuovi clienti in rete non li trovi, se posti e dai informazioni arrivano.

Parlando poi della reputazione, il commercialista ha spiegato che cercare di difendersi è quasi impossibile, ma se si lavora generosamente per gli altri, l’aiuto ritorna nel momento di difficoltà.

Quanto alla gestione del tempo e del “modo”, l’opinione di Panato è che oggi nella professione bisogna ricominciare a pensare come delle startup, è giusto mettersi in discussione ed adeguarsi ai tempi anche se la velocità nelle risposte va gestita senza essere dei juke box.

Ecco i punti chiave dell’attività professionale online secondo Andrea Panato:

  • Il sito è un business plan, analizzare il nostro settore e quelli contigui.
  • Creare alleanze con clienti e fornitori rappresenta una catena del valore.
  • Ascoltare e coinvolgere i clienti.
  • È fondamentale decidere cosa smettere di fare, imparare cosa non fare, saper dire no.
  • Rafforzare il brand in rete, raccontare esperienze e case history.
  • Analizzare sinceramente se siamo interessanti.
  • Formazione ed innovazione continua, (nel suo studio vengono pagati corsi post laurea ai praticanti).
  • Scegliere sempre i migliori partner e fornitori. Meccanismo virtuoso, lavorare con il meglio ci impone di migliorare.
  • Non si va in rete per cercare clienti ma per creare relazioni.
I Social per il mondo dei professionisti #SMWRME 02 - SocialWebMax

I partecipanti alla conferenza: i Social per il mondo dei professionisti. #smwrme

 

Dopo Andrea Panato, ha preso la parola Stefano Martello che ha subito invitato a razionalizzare l’uso dei Social, riprendendoci dall’ubriacatura in cui si è finiti.

Gli strumenti Social sono spesso a tempo determinato, si pensi a Second Life passato da boom a decadenza totale.

Un altro esempio di cambiamento portato da Martello è stato quello di Twitter come nuovo veicolo di informazioni rapide: se nel caso del terremoto in Abruzzo si riempì prevalentemente di populismo e lamentele, durante quello in Emilia Romagna Twitter ha avuto un ruolo centrale nel veicolare notizie. Un cambio rapido che ha portato ad una crescita migliorativa.

Essere online h24 7/7 non aiuta ad accrescere la propria credibilità.

Un monito ai social addicted anche perché, secondo Martello, si assiste a troppa comunicazione interlocutoria da parte di chi vive connesso.

“Bisogna ricordarsi: ogni volta che scriviamo mettiamo in gioco la nostra credibilità e produttività.”

Impressionante la stima americana, riportata da Martello, secondo cui ci sarebbero ogni anno perdite pari a 10.800$ per ogni dipendente causate da distrazione, il multitasking sarebbe dunque la causa.

Creare relazione implica ascolto, ascolto implica tempo.

Per quanto riguarda il rapporto con il proprio pubblico, Martello ha ricordato che il linguaggio è sempre centrale nella comunicazione ed è inutile usare tecnicismi se l’interlocutore non è adatto.

Una parentesi riguardo la reputazione: “assistiamo ormai ad un’interazione totale tra vita professionale e personale, c’è totale inconsapevolezza nel condividere la propria vita sulla quale si gioca la reputazione.” Ha portato l’esempio di un candidato scartato dopo il colloquio per foto compromettenti postate in passato su Facebook.

Un monito poi che è insieme un consiglio ai professionisti:

A Roma ci sono più avvocati che in tutta la Francia, c’è molta competizione, bisogna esaminare non la quantità di comunicazione ma livello e qualità.

Uno strumento è valido se c’è analisi, monitoraggio. Mai dimenticarsi che in rete c’è un accreditamento professionale molto veloce.

 

Nel prossimo articolo racconteremo quanto detto durante la conferenza dall’Avvocato Massimo Melica che è poi stato così cortese da rispondere anche a qualche nostra domanda.

Come avere profili efficaci su LinkedIn - SocialWebMax

Come avere profili efficaci su LinkedIn: i suggerimenti di Marcello Albergoni (Head of Italy LinkedIn)

Nel corso dell’intensa settimana del Social Media Week (#smwrme dal 8 al 12 Giugno 2015 alla Casa del Jazz di Roma), abbiamo avuto il piacere di ascoltare diversi personaggi di rilievo nazionale nell’ambito Social e, in alcuni casi, anche di poter scambiare qualche parola in privato con loro.

Durante la cerimonia di apertura dei lavori, tra gli altri ospiti, ha preso la parola anche Marcello Albergoni che ha rapidamente fornito una “fotografia” di LinkedIn, per il quale riveste il ruolo di Country Manager Italia.

Come avere profili efficaci su LinkedIn, i consigli di Marcello Albergoni - SocialWebMax

La testata del profilo LinkedIn di Marcello Albergoni (head of Italy)

 

“In poco tempo siamo passati da appena 2 milioni a ben 8 milioni di utenti” ha dichiarato Albergoni, “grazie certamente all’avvento del mobile, ma anche al nostro intervento informativo nelle aziende.”
Ha rivendicato dunque un ruolo fondamentale nella formazione ed informazione delle aziende italiane in merito alle opportunità offerte dal Social che egli rappresenta.

Poi è passato a tratteggiare la situazione lato lavoratori: “il lavoro per tutta la vita non esiste più, ormai molti lavoratori (soprattutto giovani) lo hanno compreso ed assimilato, e LinkedIn offre la possibilità ad aziende e professionisti di connettersi e trovarsi aggiornando il mercato del lavoro ai tempi attuali.”

Riguardo la possibilità di collaborazioni tra il Social e le istituzioni, Albergoni è stato ottimista: “stiamo lavorando per trovare accordi con le istituzioni, questo può essere il luogo dove far incontrare domanda e offerta.”

Come avere profili efficaci su LinkedIn, i consigli di Marcello Albergoni durante la SMWRME - SocialWebMax

L’intervento di Marcello Arrigoni alla Social Media Week di Roma #smwrme

Al termine dell’intervento, Arrigoni ha messo a disposizione la sua esperienza e conoscenza, decisamente precisa, del Social, regalando una serie di consigli per ottenere profili efficaci su LinkedIn.

Come avere profili efficaci su LinkedIn (persone fisiche):

  • FOTO PROFESSIONALE, una foto anche gioviale ma professionale che mi riprenda sarà 7 volte più efficace di un’immagine ambigua. Evitare dunque foto del cane, dei figli, della casa, eccetera.
  • CURARE IL SUMMARY: è una sorta di riassunto che deve raccontare la mia persona e la mia professionalità in breve. È spesso l’unica parte che venga letta per una prima “scrematura”.
  • INSERIRE TUTTE LE ESPERIENZE PROFESSIONALI: con attenzione e precisione, indicando referenze, date, aziende e skills (capacità, abilità) maturate o utilizzate.
  • INSERIRE LE PROPRIE SKILLS: avendo cura di selezionare ed ordinare per importanza quelle che possono meglio caratterizzarci negli ambiti lavorativi di nostro interesse (saper sciare è utile ma non prioritario se ci si presenta come web designer)
  • SEGUIRE LE AZIENDE DI NOSTRO INTERESSE: bisogna tener presente che l’80% non sta cercando lavoro ma, di fatto, è sul mercato. Le aziende cercano prima tra i propri followers perché si presume che siano coloro che maggiormente apprezzano/conoscono la loro realtà.

Come avere profili efficaci su LinkedIn (aziende):

  • COSTRUIRE L’IDENTITÀ: indispensabile descrivere attentamente l’azienda, la sua storia, i suoi obiettivi e metterli online.
  • FARE ENGAGEMENT: indispensabile coinvolgere per far crescere i fans.
  • SUCCESSIVAMENTE FARE RECRUITMENT: solo dopo aver creato una vera e propria Community dell’Azienda, potrò passare con successo alla fase di selezione di nuove risorse.

Immobiliare e Social, intervista ad Olivati - SocialWebMax

Il settore immobiliare tenta di rialzare timidamente la testa dopo un periodo che l’ha visto ridimensionare drasticamente fatturato e posti di lavoro (chi scrive ne sa qualcosa n.d.r.), quanto possono essere utili i Social Network agli addetti ai lavori?
Possiamo immaginare che una casa per la vita si scelga su Facebook?

Il binomio immobiliare e Social Network ha, in Italia, un precursore davvero esperto che ha saputo, negli anni, coniugare la professionalità con la simpatia e la socialità virtuale.
Abbiamo quindi pensato di chiedere questa ed altre curiosità a Giuliano Olivati.

 

D – Da quanto tempo utilizzi i Social Network e perché li usi?

R – Domandone! Facebook credo dal 2007, Twitter dal 2009 (ma per un anno l’ho lasciato in sonno perché non capivo come cavolo usarlo), poi sono arrivati gli altri.
Perché li uso? Impossibile farne a meno, a meno di non voler vivere nascostamente nel giardino di Epicuro. Oggi tutto è social e sta sui social, persino le suore di clausura sono social, che è un po’ come la quadratura del cerchio.

D – Fai un uso dei Social Networks più personale o professionale?

R – Non esiste questa distinzione per un agente immobiliare, che per definizione è in piazza, partecipa alla vita della comunità, si interessa del sociale e di politica… oggi la piazza del paese si è trasferita sul web 2.0. Da piccoli noi baby boomers giocavamo come scugnizzi nei cortili dei condomini, oggi i cortili si chiamano Facebook e Twitter.

immobiliare e social - interazione necessaria - SocialWebMax

Immobiliare e Social, un binomio possibile e necessario.

D – Immobiliare e Social, quanto l’uso di questi ultimi ha influito ed influisce ogni giorno nella tua professione?

R – Non esiste per me una soluzione di continuità tra online e offline, oggi siamo sempre online, soprattutto su Twitter, flashando i momenti importanti della giornata, anche professionale (sulla mia lapide scrivete: @olivati). La mia è una filosofia di vita “mattona”, per me tutto è sempre case-case-case, e questo sia quando lavoro che quando mi riposo o vado a fare un giro la domenica postando le foto.
Altra passione ottima per essere veicolata su Twitter è la politica, che si coniuga con l’immobiliare attraverso l’urbanistica. Le case con la loro forma, altezza e densità, la loro disposizione a formare i piani di lottizzazione e i quartieri, le strade che le collegano, i servizi, il verde urbano: questa è la qualità della vita percepita dai cittadini. Un’urbanistica sana rende sana la vita e la mente della gente, un’urbanistica sbagliata porta tutto fuori fase (pensiamo alle Vele di Scampia, non hanno creato certo loro la criminalità endemica ma ne fanno da habitat ideale).

D – Oltre 19.000 followers su Twitter, oltre 600 followers e più di 1milione di visualizzazioni su Google+, poco meno di 5.000 amici su Facebook, quasi 200 followers su Pinterest. Cos’hai contro Instagram? Scherzi a parte… quale preferisci e perché?

R – Hai dimenticato i 295 che mi seguono su FB oltre alla platea degli amici, eh! 🙂
Sulle differenze tra i social si possono fare tante tesi di laurea.

  • Facebook è la madre di tutti i social e senza non sarebbero venuti gli altri (anche se non fa figo ricordarlo). FB è come Rai Uno, nazionalpopopolare e lì sopra li becchi tutti, dalla casalinga (inquieta) di Voghera al professore universitario.
  • Twitter è un social che ha cambiato il modo di pensare, parlare e scrivere e credo di conseguenza anche la struttura della rete neuronale (cervelloni, indagate), è lo stream of consciousness puntiforme della nostra vita, è il beat della nostra giornata, è un organismo sovrapersonale a struttura retiforme, nuovo stadio dell’evoluzione umana (sarebbe contento il vecchio Teilhard de Chardin). Se mi lasciassero scegliere un unico social, quello sarebbe Twitter (ma non ditelo a mia moglie, anzi #lamoglie).
  • Pinterest è visuale e femminile, e sono le donne a scegliere le case.
  • Linkedin (sono anche lì, ti eri distratto) serve sostanzialmente alla diffusione di un profilo professionale, almeno per me che non ho tempo di infilarmi nei gruppi di discussione.
  • Google+ con le sue foto gli album i tools ecc è uno strumento professionale a costo zero, del resto io sono googolato in tutto e per tutto quindi impossibile non essere G+.
  • Instagram? Vedremo, non è un po’ troppo fighetto? 🙂
immobiliare e social - Giuliano Olivati - SocialWebMax

Giuliano Olivati in azione “Social”.

D – Mi hai colto in castagna 2 volte (lo sai che dovrò linkare Wikipedia per la citazione di Teilhard de Chardin, vero?)
Il tuo sito è, in realtà, un blog nel quale proponi riflessioni, dati economici ed immobili in vendita, senza la classica “galleria” o “mappa di ricerca” che adottano quasi tutte le agenzie immobiliari. Come mai?

R – Perché il mini-portale con le animazioni in flash ha fatto il suo tempo, e oggi i blog sono il modo più efficace di realizzare una comunicazione attraverso il web. Il mio blog, www.olivati.com, usa la piattaforma Blogger di Google e ha ben due motori di ricerca in bella vista, per cui se tu digiti “trilocale bergamo condominio canarie” lo trovi.
Perché non faccio una sezione “pensierini” distinta dagli annunci commerciali? Ma perché questa distinzione non esiste, io sono un agente immobiliare professionale, vendo e affitto case e parlo di case, senza soluzione di continuità.

D – Il tuo impegno verso l’aggiornamento tecnologico e la “socializzazione” degli agenti immobiliari si traduce spesso in corsi e meeting, organizzati dalla Fiaip Bergamo (della quale Olivati è Presidente n.d.r.).
Quindi “condividi” anche quando sei offline. Non sei geloso dei tuoi segreti?

R – Ma quando mai? Insegno anche marketing e webmarketing immobiliare al corso per l’esame abilitante alla professione di agente immobiliare tenuto dalla camera di commercio, quindi sono solo felice di condividere. Alla fine quel che si riceve dagli altri è sempre almeno pari a quel che si dà.

immobiliare e social - la casa si compra sui social - SocialWebMax

Immobiliare e Social: la casa si sceglie su Facebook?

D – Sei pronto per Periscope? A quando i virtual tour in diretta nelle case?

R – Attendo l’app per Android! Però attenzione, i consumatori le case devono venire a vederle e “vivere” di persona, i video e il live streaming servono solo come antipasto per un’esperienza 3D diretta e naturale. Anche per trovare l’ammòre si può cominciare con la cam, ma poi tocca passare al caro vecchio incontro in carne ed ossa 🙂

 

Ringraziamo Giuliano Olivati per la simpatia, la disponibilità e l’analisi che ci porta a pensare che immobiliare e Social non possano più stare troppo lontani.

Agenti immobiliari in ascolto: adeguatevi!

MyPetWorld, il TripAdvisor degli animali è italiano - SocialWebMax

Trotterellando a zonzo per la rete, ci siamo imbattuti in un progetto web che ci ha colpiti per originalità, semplicità, efficacia e navigabilità: MyPetWorld.
Si tratta di un portale creato per diventare punto di informazioni, recensioni ed incontro tra persone con animali ed attività ad essi correlate.

Il progetto ci ha positivamente impressionati ed abbiamo voluto saperne di più, intervistando i tre ragazzi che l’hanno pensato e realizzato.

mypetworld homepage - SocialWebMax

La home page di MyPetWorld, facilmente navigabile e mobile responsive.

Quando e come è nata l’idea di MyPetWorld?

L’idea è nata sostanzialmente a Dicembre 2014. Marco (uno dei tre soci n.d.r.), alla sua prima esperienza, si è trovato parecchio in difficoltà perché al suo cucciolo di cane è stata riscontrata una patologia genetica ereditaria. Nella prima fase, si è messo alla ricerca per capire nello specifico come muoversi, ma non aveva contattati con veterinari, o persone che potessero aiutarlo… e neanche in internet ha trovato riferimenti precisi in merito.
Per questo, passata l’emergenza, ha contattato Matteo (un amico di vecchia data, secondo socio n.d.r.) per proporgli di costruire una sorta di portale dove poter aver tutti i veterinari di zona con recensioni da parte dei “clienti“. Andrea (terzo socio n.d.r.) è arrivato un pochino dopo tramite Matteo, perché mancava quello che si occupasse della parte di marketing, dello sviluppo dell’idea insomma.

mypetworld veterinari - SocialWebMax

La ricerca del veterinario su MyPetWorld passa anche attraverso la lettura delle recensioni di altri utenti.

 

Come siete passati dall’idea alla realizzazione? È stato difficile?

Lo sviluppo fondamentalmente no. Diciamo che Andrea e Matteo avevano già collaborato per altri progetti, ed erano ormai rodati come “team di sviluppo“.
Ci siamo divisi bene i ruoli da subito, Matteo è il programmatore del gruppo, ha sviluppato l’app ed aiutato con una parte delle procedure per il sito.
Andrea ha curato la parte marketing, ha impostato l’immagine di MyPetWorld (logo, app, grafica varia), ha sviluppato il portale ed ora sta organizzando tutta la parte di social, ufficio stampa, eventi, pubbliche relazioni e attività correlate.
Marco, oltre che per l’incipt iniziale ed il controllo del’aspetto finanziario, è stato fondamentale per avere una verifica continuativa della facilità di utilizzo sia dell’app sia del portale.
Lui fondamentalmente non è un grandissimo utilizzatore di tecnologia, e fa da “cavia” o “persona comune“; colui che si trovandosi davanti la cosa, e senza sapere niente, deve cercare di farla andare.

mypetworld bar-ristoranti - SocialWebMax

Per chi ha un animale, la scelta di un ristorante dove andare a mangiare può rappresentare un dramma. Su MyPetWorld bar e ristoranti pet-friendly.

Qual è il vostro target? Solo i padroni di animali?

Il target di riferimento sono tutti i possessori di animali domestici.
Dall’altra parte, continuando con il progetto, ci rendiamo conto che una parte importante di aiuto possiamo fornirlo anche alle attività stesse che, grazie a bacheca, eventi, gruppi e qualità del servizio (dimostrato dai loro client) posso effettivamente trarre importanti benefici gratuiti da MyPetWorld.

 

La macchina è partita, quali sono i prossimi obiettivi ed in che tempi intendete raggiungerli?

Bella domanda. Beh ovviamente abbiamo un business plan che stiamo seguendo.
Ci siamo posti effettivamente degli obiettivi bassi ma continui, anche se l’effettivo raggiungimento è legato a tanti fattori.
L’obiettivo base, da qui alla fine dell’estate, è il raggiungimento di almeno 5000 iscritti e la strada sembra essere giusta. Parallelamente la crescita della community, l’utilizzo delle funzioni di mypetworld anche da parte delle attività (o dei titolari) e la diffusione a livello nazionale.
Per l’europeo, penso aspetteremo ancora un po:-)!

 

Come state promuovendo il sito?

La promozione è iniziata su molti canali. Nel web stiamo lavorando sui social con comunicazione e advertising, oltre che ottimizzando il posizionamento nei motori di ricerca. Poi sull’offline, stiamo sviluppando tutta una serie di collaborazioni con eventi, attività, materiale pubblicitario oltre che pubbliche relazioni e contatti

mypetworld hotel - SocialWebMax

Trovare un albergo dove anche gli animali possano godersi una vacanza? Spesso è una missione impossibile che porta molti a rinunciare.

Le somiglianze con Trip Advisor sono notevoli, per gli utenti sarà certo positivo in termini di navigabilità.
Temete una qualche “protesta” da parte del colosso americano?

Beh lo strumento è simile, ma il contenuto fondamentalmente diverso, quindi non ci fa paura che “il gigante si possa arrabbiare“. Pensiamo piuttosto possa diventare un’opportunità:-)

 

Andrete in vacanza con i vostri animali la prossima estate? Potrei suggerirvi un sito utile… 🙂

Ahaha! beh sì, sì! Controllando attività sul web qualche giro con Sansone (il golden retriever della foto) l’ho già programmato!

sansone MyPetWorld - SocialWebMax

Dove andrà in vacanza Sansone? Attendiamo le sue “recensioni”.

Con quel pizzico di orgoglio patriottico e di entusiasmo che ci nasce spontaneo ogniqualvolta veniamo a conoscenza di un’idea brillante da parte di qualche giovane connazionale, facciamo i migliori auguri ad Andrea, Marco e Matteo ed a www.mypetworld.it

E voi cosa ne pensate? Avete animali? Trovate utile questo servizio?

Aziende, prodotti, servizi - SocialWebMax.com - Image by www.1001freedownloads.com

Aziende: è il momento di strutturare la vostra presenza sul web!

Il 12° Rapporto Censis-Ucsi sulla Comunicazione, diffuso a Marzo 2015, ha fornito una grande quantità di dati interessanti non soltanto per gli smanettoni appassionati del settore, ma principalmente per coloro che, in autonomia o con l’aiuto di esperti, vogliano far crescere la propria immagine pianificando strategie ed investimenti per il futuro.

Oltre a certificare il successo dei Social Networks, piattaforme di comunicazione ormai impossibili da ignorare nell’ambito della propria attività, il Rapporto ha portato alla luce alcuni numeri davvero importanti riferiti, ad esempio, alla ricerca.

Sono lontani i tempi in cui si cercava l’idraulico sulle Pagine Gialle, oppure si prendeva la pratica rubrichetta in coda al periodico di quartiere per trovare il veterinario o la farmacia di turno.
Ormai le ricerche si effettuano solo sul web e le cifre di cui pariamo segnano il definitivo punto di non ritorno.

 

Strade e località.

 

  • Il 60,4% degli italiani cerca strade e località su internet.

Questo significa un crescente utilizzo dello strumento “ricerca” di Google Maps anche per trovare aziende, prodotti o servizi. Tradotto:

“è indispensabile collocarsi in modo completo e preciso all’interno delle mappe, con una scheda personalizzata, foto, dettagli ed ogni altra cosa utile ai milioni di potenziali clienti che, in ogni istante, ci stanno cercando.”

Se non abbiamo il controllo di queste informazioni, lasceremo che siano altri ad averlo. Siamo sicuri che sia ciò che vogliamo?
Recapiti vecchi, orari sbagliati, foto orribili, anche senza entrare nel merito delle recensioni o di eventuali cattiverie di origine “dolosa”, immaginiamo il danno che potrebbe derivare da una presenza sulle mappe che non rispecchi la nostra attività. Sarebbe come se un negoziante lasciasse fare le vetrine e l’insegna della sua attività a chiunque passi, in qualsiasi momento e senza mai nemmeno verificare.

 

Aziende, prodotti e servizi.

 

  • Il 56% degli italiani cerca informazioni su aziende, prodotti e servizi su internet.

Oltre un italiano su 2 prende decisioni di acquisto in base a ciò che trova in rete: non esserci significa non esistere, abbandonare la competizione senza nemmeno provarci.

Essere presenti in rete significa intercettare le ricerche della maggior parte degli italiani, ma l’immagine che proiettiamo deve essere coerente con ciò che siamo.

“Un’insegna mancante, a volte, è meglio di una pessima insegna.”

 

Acquisti online.

 

  • Il 43,5% degli utenti internet fa acquisti online.

Si tratta di 15 milioni di italiani, un numero che sarebbe imprudente ignorare o sottovalutare, dato che è in continua crescita.
La comodità, l’assortimento, le informazioni e le recensioni, tutti fattori che spingono una quantità sempre maggiore di persone ad optare per l’acquisto online.
Coloro che vendono servizi e prestazioni – impossibili da vendere via web -, dovrebbero ugualmente strutturarsi per fornire prenotazioni, informazioni, recensioni e ogni altro dettaglio propedeutico alla scelta d’acquisto. Non farlo significa apparire alcuni gradini sotto ad altri che, non necessariamente, sapranno poi offrire un servizio migliore del nostro.

Le aziende dovrebbero creare piattaforme di e-commerce, o appoggiarsi a strutture di altri, e farlo il prima possibile per poter far crescere il proprio fatturato (principio minimo necessario per l’attività di impresa) o, quantomeno, per recuperare la clientela persa negli anni, quel 43,5% in crescita che ogni giorno sceglie di rivolgersi alla rete per gli acquisti che prima faceva nel negozio sotto casa.

“Il mercato globale della rete è ormai indispensabile per vendere prodotti e promuovere servizi.”

E tu cosa ne pensi? Hai un’azienda, vendi prodotti o servizi? Come ti sei organizzato online?
Raccontaci la tua esperienza!

Content marketing - serio, ma non troppo - SocialWebMax

Abbiamo già visto quanto sia indispensabile il content marketing nella strategia comunicativa di chiunque voglia proporsi nel web (aziende, professionisti, commercianti, artigiani, blogger, eccetera), oggi vogliamo concentrarci sul miglior linguaggio da utilizzare per instaurare rapporti duraturi e reciprocamente soddisfacenti tra chi scrive e chi legge.
 

Essere seri o usare un linguaggio serio nel content marketing?

Iniziamo mettendo le mani avanti ed ammettendo che non abbiamo ancora trovato una risposta esaustiva a questa domanda, tuttavia crediamo fortemente nella ricerca e nel confronto aperto e siamo quindi sicuri che saprete aiutarci con i vostri commenti. 🙂

Nell’approccio iniziale con i clienti e nei confronti periodici con essi, notiamo, con sempre maggior frequenza, il tono quasi perentorio con cui professionisti ed imprenditori chiariscono di voler mantenere un profilo autorevole: “…creiamo il blog ma che sia serio e professionale, altrimenti che figura ci facciamo?“.
Puntualmente cerchiamo di bilanciare la loro posizione invitandoli a lasciare spazio anche ad un po’ di misurata leggerezza, garantendo loro che sapremo comporre al meglio la giusta ricetta per un linguaggio professionale, senza dover rinunciare ad un po’ di “confidenza” con i lettori.
Solitamente ci riusciamo senza tuttavia dissipare in noi il dubbio che sia realmente la strada giusta da seguire.
 

Cosa ne pensa la rete?

Cinzia Di Martino, blogger ed esperta di comunicazione che seguiamo sempre con interesse, inserisce il “divertimento” tra i 5 ingredienti indispensabili per coinvolgere il proprio pubblico ed avere un sito/blog di successo.

Divertire. E’ l’elemento che funziona di più in assoluto: tutti abbiamo bisogno di ridere e divertirci, ci fa stare meglio; strappa un sorriso a chi ti segue e goditi l’incremento delle interazioni.

Gli autori di Web Marketing Tools entrano nel dettaglio, distinguendo tra umorismo e divertimento misurato:

“ti sconsiglio di fare un uso esagerato dello strumento dell’umorismo, in quanto potrebbe indurre in confusione l’utente. Viceversa, un umorismo misurato viene in genere apprezzato dagli utenti, in quanto contribuisce a rendere il testo più brillante e piacevole.
Ovvio, è maledettamente difficile informare, divertire e incuriosire l’utente, ma è necessario provarci, sempre!”

Molto interessante il punto di vista di Rudy Bandiera, affermato esperto di comunicazione web e non solo, che affronta l’argomento all’interno di una riflessione più ampia circa l’opportunità o meno di creare esclusivamente contenuti verticali, specifici e mirati. Non entra dunque nel merito del linguaggio ma addirittura dei singoli argomenti da trattare:

Se ogni 5 cose che scriviamo 4 riusciamo ad alleggerirle nei toni o riusciamo addirittura a renderle “frivole”, avremo l’attenzione su di noi anche quando vogliamo colpire nel segno: ogni 5 cose che dici fa che 4 siano divertenti.

 

Può un notaio divertire? Ed un medico?

Content marketing - serio, ma non troppo 2- SocialWebMax

Immagine: LawInfo.

 

Abbiamo volutamente scelto un paio di professioni che vengono riconosciute come serie, esercitate da persone indubbiamente preparate ed autorevoli.
Vi è mai capitato che, prima di un atto o di una visita specialistica, il professionista in questione “alleggerisse l’ambiente” con qualche sorriso o magari con alcune misurate battute spiritose?

In quel momento, nessuno avrà mai pensato che il notaio od il medico stessero perdendo la loro autorevolezza e preparazione, che sarà stata ampiamente dimostrata in seguito.
Tuttavia ricorderemo che questo loro atteggiamento ci ha aiutati ad entrare in empatia, a sentirci a nostro agio e, incredibile a dirsi, ad accrescere il nostro livello di attenzione nel momento in cui il tono della conversazione ha poi preso una piega decisamente più seria.

Questo perché la parentesi simpatica, la frase divertente, fanno parte della “strategia di marketing” volontaria od involontaria che ognuno di noi mette in atto offline, quando conosce persone nuove, anche in ambito professionale e lavorativo.

 

Può valere lo stesso anche nel content marketing?

Vi abbiamo riferito alcuni punti di vista interessanti ed abbiamo ragionato insieme, attraverso degli esempi, su ciò che accade normalmente nella vita “non connessa alla rete“, per poi concludere con la stessa domanda iniziale alla quale, lo abbiamo già ammesso, non sappiamo dare una risposta.

In linea teorica, la soluzione al quesito potrebbe essere quella di diversificare la strategia a seconda della “voce narrante: il blog di un notaio potrebbe mantenere un linguaggio molto professionale per i contenuti statici e riservare un tono più colloquiale e disteso per rispondere ai quesiti o interagire nei propri canali Social; allo stesso modo, ad un negozio di articoli per subacquei converrebbe pubblicare contenuti emozionali e divertenti, riservando un tono più tecnico e professionale per rispondere alle domande dei potenziali clienti, onde lasciar intendere il tipo di assistenza che riceveranno quando arriveranno in negozio.

Il notaio non ha bisogno di dimostrare le sue competenze attraverso il linguaggio, è notaio.
Al contrario un rivenditore di beni consumabili può distinguersi dalla concorrenza proprio mostrando la sua competenza (anche) attraverso un linguaggio più tecnico.

 

Siamo qui per imparare!

Ora tocca a voi: quale deve essere, secondo la vostra esperienza, il linguaggio da usare in un blog o su un account Social professionale?

Noi ci limitiamo a dire che…

“non prendiamo mai troppo sul serio chi si prende troppo sul serio.”

se mi cerco non trovo il mio sito - perché - SocialWebMax

È una domanda sempre più frequente da parte di nuovi clienti, amici o conoscenti i quali, avendo appena messo online il loro nuovo sito, si rivolgono alla divinità delle ricerche mondiali, Google, con la certezza di trovarsi nelle prime posizioni digitando qualsiasi cosa abbia a che fare con la propria attività o, quantomeno, ricercando sé stessi. Puntualmente essi vengono delusi.

Non trovo il mio sito, ma perché dovrei?

Cominciamo con il chiarire che l’intento primario dei motori come Google è quello di restituire il miglior risultato a chiunque effettui una ricerca. Può apparire scontato ma è bene tenerlo a mente quando, presi dall’entusiasmo di aver appena pubblicato un sito, ci aspettiamo che quest’ultimo si trovi in cima ai risultati di ricerca. Proviamo a metterci nei panni di Google e, siamo onesti, quel sito appena apparso in rete… chi lo conosce?

Che garanzie può darmi di soddisfare i miei adorati “ricercatori“?

Anche in seguito a recenti modifiche, Google sta rivoluzionando la SERP (search engine research page – pagina dei risultati del motore di ricerca), assegnando punteggi sempre più alti sia in base ai link ricevuti (altri siti che indirizzano traffico verso il nostro) che ai link in uscita, intesi come fonti autorevoli delle informazioni inserite nelle pagine.
Questo perché, anche in rete, la fiducia è un valore che cresce nel tempo e non può essere conquistato semplicemente perché lo si vuole o perché si ritiene, pur giustamente, di meritarlo.

Ho pagato, ma ancora non trovo il mio sito.

Può essere una buona idea quella di mettere il turbo alle ricerche, attraverso campagne pubblicitarie AdWords, puntando su alcune keywords (parole chiave) e facendo in modo che il nostro sito appaia tra i primi risultati, in alto o nella colonna di destra.

esempio google adwords - socialwebmax

Esempio di annunci Google AdWords.

 

Bisogna tuttavia sapere che, anche nel caso di annunci a pagamento, Google non può rinunciare del tutto al suo scopo principale, quello che abbiamo ricordato all’inizio: restituire il miglior risultato a chiunque effettui una ricerca. Come abbiamo già spiegato in precedenza, la pertinenza e l’autorevolezza incidono considerevolmente sui costi e sull’efficacia delle campagne AdWords.

Ne consegue che se la campagna sarà pianificata senza la dovuta attenzione, selezionando parole chiave troppo generiche, annunci vagamente interessanti e puntando a pagine poco pertinenti, otterremo un basso quality score e quindi il costo per visualizzazione o per click diventerà proibitivo e non riusciremo ad apparire in prima pagina.

Vediamo insieme come Google spiega il quality score:

Quindi inutile illudersi di scalare i risultati di SERP semplicemente pagando molto: bisogna lavorare sui contenuti, analizzare bene le keywords e creare annunci impeccabili per poter primeggiare.
Avendo fatto bene “i compiti” si scoprirà che i costi saranno decisamente inferiori alle previsioni ed i risultati sorprendentemente positivi!

Autopromuovere il mio sito.

Può sembrare scontato ma molti si dimenticano di promuovere sé stessi all’interno della propria rete sfruttando, ad esempio, i Social Networks.
Non stiamo certo istigando allo spam più selvaggio, sia chiaro, ma un po’ di sana autopromozione permetterà ai nostri amici di seguire ciò che facciamo e, magari, di condividerlo.
Si tratta in fondo di investire del tempo e di “metterci la faccia“: per cosa dovremmo metterla, se non per noi stessi?
Anche i Social Network contribuiscono all’autorevolezza del sito quindi, a partire da Google+ che assegna maggior punteggio (concediamo un po’ di partigianeria al primo motore di ricerca), è bene essere presenti e farsi sentire.

autopromozione - SocialWebMax

Tra i nostri contatti Social ci sono sempre persone interessate al nostro sito e a ciò che noi abbiamo da dire, provare per credere!

 

È ovvio che, per ottenere i migliori risultati dai Social Network, è consigliabile rivolgersi ad un professionista che saprà cosa, come e quando pubblicare allo scopo di ottenere il massimo coinvolgimento, suggerendo eventualmente anche delle campagne promozionali per dar maggior visibilità ai contenuti, all’interno del target desiderato.

Non trovo il mio sito? Soluzioni: ricapitoliamo.

Se non trovo il mio sito posso intervenire in vari modi:

  • Contenuti: sono la cosa più importante, il web è vorace di materiale nuovo, originale, utile, genuino e gratuito. Diamo al web ciò che vuole e ci ricambierà in traffico.
  • Autopromozione: devo utilizzare tutti i canali a disposizione, online ed offline, per promuovere il mio sito. Social Network, biglietti da visita, sms, ecc. Ogni mezzo che porti traffico al mio sito mi aiuterà ad accrescere l’autorevolezza ed il posizionamento.
  • Link: sia in entrata che in uscita, mai scordarsi di citare e linkare le fonti da cui provengono dati, immagini, riferimenti. I link accrescono l’autorevolezza del sito.
  • SEO: controllare attentamente che il sito sia ottimizzato per i motori di ricerca, è un lavoro indispensabile per non vanificare ogni altro sforzo. Meglio rivolgersi a chi è del mestiere.
  • Pubblicità: è utile “spingere” il sito in alto, con Google AdWords, campagne Social o altro da concordare, eventualmente, con un professionista di Web Marketing.
  • Tempo: quello necessario ad arrivare in cima. È un ingrediente che non posso acquistare ma che è fortemente meritocratico, si accorcerà quanto meglio avrò agito per accrescere l’autorevolezza del mio sito.

Per maggiori informazioni contattaci.

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