Abbiamo già visto quanto sia indispensabile il content marketing nella strategia comunicativa di chiunque voglia proporsi nel web (aziende, professionisti, commercianti, artigiani, blogger, eccetera), oggi vogliamo concentrarci sul miglior linguaggio da utilizzare per instaurare rapporti duraturi e reciprocamente soddisfacenti tra chi scrive e chi legge.
 

Essere seri o usare un linguaggio serio nel content marketing?

Iniziamo mettendo le mani avanti ed ammettendo che non abbiamo ancora trovato una risposta esaustiva a questa domanda, tuttavia crediamo fortemente nella ricerca e nel confronto aperto e siamo quindi sicuri che saprete aiutarci con i vostri commenti. 🙂

Nell’approccio iniziale con i clienti e nei confronti periodici con essi, notiamo, con sempre maggior frequenza, il tono quasi perentorio con cui professionisti ed imprenditori chiariscono di voler mantenere un profilo autorevole: “…creiamo il blog ma che sia serio e professionale, altrimenti che figura ci facciamo?“.
Puntualmente cerchiamo di bilanciare la loro posizione invitandoli a lasciare spazio anche ad un po’ di misurata leggerezza, garantendo loro che sapremo comporre al meglio la giusta ricetta per un linguaggio professionale, senza dover rinunciare ad un po’ di “confidenza” con i lettori.
Solitamente ci riusciamo senza tuttavia dissipare in noi il dubbio che sia realmente la strada giusta da seguire.
 

Cosa ne pensa la rete?

Cinzia Di Martino, blogger ed esperta di comunicazione che seguiamo sempre con interesse, inserisce il “divertimento” tra i 5 ingredienti indispensabili per coinvolgere il proprio pubblico ed avere un sito/blog di successo.

Divertire. E’ l’elemento che funziona di più in assoluto: tutti abbiamo bisogno di ridere e divertirci, ci fa stare meglio; strappa un sorriso a chi ti segue e goditi l’incremento delle interazioni.

Gli autori di Web Marketing Tools entrano nel dettaglio, distinguendo tra umorismo e divertimento misurato:

“ti sconsiglio di fare un uso esagerato dello strumento dell’umorismo, in quanto potrebbe indurre in confusione l’utente. Viceversa, un umorismo misurato viene in genere apprezzato dagli utenti, in quanto contribuisce a rendere il testo più brillante e piacevole.
Ovvio, è maledettamente difficile informare, divertire e incuriosire l’utente, ma è necessario provarci, sempre!”

Molto interessante il punto di vista di Rudy Bandiera, affermato esperto di comunicazione web e non solo, che affronta l’argomento all’interno di una riflessione più ampia circa l’opportunità o meno di creare esclusivamente contenuti verticali, specifici e mirati. Non entra dunque nel merito del linguaggio ma addirittura dei singoli argomenti da trattare:

Se ogni 5 cose che scriviamo 4 riusciamo ad alleggerirle nei toni o riusciamo addirittura a renderle “frivole”, avremo l’attenzione su di noi anche quando vogliamo colpire nel segno: ogni 5 cose che dici fa che 4 siano divertenti.

 

Può un notaio divertire? Ed un medico?

Content marketing - serio, ma non troppo 2- SocialWebMax

Immagine: LawInfo.

 

Abbiamo volutamente scelto un paio di professioni che vengono riconosciute come serie, esercitate da persone indubbiamente preparate ed autorevoli.
Vi è mai capitato che, prima di un atto o di una visita specialistica, il professionista in questione “alleggerisse l’ambiente” con qualche sorriso o magari con alcune misurate battute spiritose?

In quel momento, nessuno avrà mai pensato che il notaio od il medico stessero perdendo la loro autorevolezza e preparazione, che sarà stata ampiamente dimostrata in seguito.
Tuttavia ricorderemo che questo loro atteggiamento ci ha aiutati ad entrare in empatia, a sentirci a nostro agio e, incredibile a dirsi, ad accrescere il nostro livello di attenzione nel momento in cui il tono della conversazione ha poi preso una piega decisamente più seria.

Questo perché la parentesi simpatica, la frase divertente, fanno parte della “strategia di marketing” volontaria od involontaria che ognuno di noi mette in atto offline, quando conosce persone nuove, anche in ambito professionale e lavorativo.

 

Può valere lo stesso anche nel content marketing?

Vi abbiamo riferito alcuni punti di vista interessanti ed abbiamo ragionato insieme, attraverso degli esempi, su ciò che accade normalmente nella vita “non connessa alla rete“, per poi concludere con la stessa domanda iniziale alla quale, lo abbiamo già ammesso, non sappiamo dare una risposta.

In linea teorica, la soluzione al quesito potrebbe essere quella di diversificare la strategia a seconda della “voce narrante: il blog di un notaio potrebbe mantenere un linguaggio molto professionale per i contenuti statici e riservare un tono più colloquiale e disteso per rispondere ai quesiti o interagire nei propri canali Social; allo stesso modo, ad un negozio di articoli per subacquei converrebbe pubblicare contenuti emozionali e divertenti, riservando un tono più tecnico e professionale per rispondere alle domande dei potenziali clienti, onde lasciar intendere il tipo di assistenza che riceveranno quando arriveranno in negozio.

Il notaio non ha bisogno di dimostrare le sue competenze attraverso il linguaggio, è notaio.
Al contrario un rivenditore di beni consumabili può distinguersi dalla concorrenza proprio mostrando la sua competenza (anche) attraverso un linguaggio più tecnico.

 

Siamo qui per imparare!

Ora tocca a voi: quale deve essere, secondo la vostra esperienza, il linguaggio da usare in un blog o su un account Social professionale?

Noi ci limitiamo a dire che…

“non prendiamo mai troppo sul serio chi si prende troppo sul serio.”